Qualche domanda fattami, al bar

Al sabato non ci si vede, al bar; troppi impegni domestici, per tutti: ci sono le mogli da seguire per le spese. E poi, il sabato, è di solito il giorno dedicato al riposo podistico, anche in previsione della gara, o dell’allenamento particolare, della domenica. Ecco dunque a sorbirmi il caffè da solo, a casa mia, pensando di raccogliere i ” ritagli” delle mattinate precedenti, cioè tutti quegli argomenti che non sono stati inseriti nei “resoconti” che ho registrato su questa pagina. Credo che si possa definire il “progetto” come una forma di “risarcimento”; che non credano i miei amici podisti che io non abbia tenuto in debito conto le loro domande: si tratta solo di non essere troppo prolisso, di circoscrivere meglio un singolo aspetto di conversazione… e di non scoraggiare i potenziali lettori, impegnandoli con una prosa di primo acchito molto lunga. Dunque…

Peppe, qual è un buon risultato in una maratona?

E’ una domanda alla quale non si può rispondere…, o al limite si può dire: “Dipende…” E’ ovvio che dipende dal singolo maratoneta, a qual è il suo “valore” podistico, a come si è preparato, ed una serie consistente di elementi che si possono facilmente arguire e che riguardano anche alcuni aspetti da non sottovalutare, quali l’alimentazione e l’abbigliamento. Tra l’altro, la maratona è una gara veramente complessa, a tal punto che anche se la prepari molto bene, poi magari capita una sciocchezza in grado di vanificarne il buon esito.

Peppe, qual è la scarpa migliore?

E chi lo sa…? Voglio dire che la ricerca tecnologica sui materiali da usare per una scarpa podistica è sempre in continua evoluzione e ciò determina una “fluttuazione di giudizio” fra i diversi marchi. Inoltre, bisogna sempre tener presente che un podista non deve usare sempre e solo un tipo di scarpa: c’è quella dell’allenamento lento, dell’allenamento impegnato (il cosiddetto “lavoro”) e della gara. Spesso si ha la tendenza a far troppa leva sul rapporto qualità-prezzo, per determinare la bontà o meno di una scarpa. In realtà, è meglio concentrarsi sul proprio peso e sul proprio stile di corsa, per assecondare le caratteristiche fisiche… del podista e non della scarpa…

Peppe, a quante e quali gare bisogna partecipare?

Personalmente, che ho partecipato a oltre 600 gare, consiglio di non eccederne nel numero… Specialmente se si ha in programma, come mi sembra di capire dai vostri allenamenti, di partecipare a una maratona. Perché non è tanto il numero delle gare e la lunghezza dei km da percorrere ad alta intensità, quanto i molteplici ed estenuanti allenamenti che bisogna fare per poter gareggiare degnamente. Cosa significa “gareggiare degnamente”? Significa che… una gara è sempre una gara… e che non si dovrebbe avere come obiettivo il portarla a termine, ma portarla a termine nel miglior risultato cronometrico possibile. In linea di massima, più gare si fanno e più aumenta la capacità di correre più forte, almeno fino ad una certa età…, anagrafica e podistica. Consiglierei di correre due 10 km al mese e, nell’anno, due Mezze e una maratona.

Peppe, stiamo qui a prendere il caffè… Come ci consigli di dolcificarlo?

Prima di un allenamento, col miele. Prima di iniziare la giornata, in relazione a quello che abbiamo consumato a colazione e alla dieta alimentare che stiamo seguendo nel periodo. Ad esempio, se ci troviamo leggermente sovrappeso (può capitare…), amaro. Altrimenti, un po’ di zucchero, magari di canna, non produce danni di nessun tipo. Sconsiglierei invece, se possibile, di consumare quasi sistematicamente quei ritrovati che contengono aspartame, sul cui utilizzo in verità ancora mi sto interrogando.

Magari, fra qualche settimana, se non vi scoccio, farò un altro… “ riepilogo di ritagli di domande”.

 

 

 

 

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