Omologare i record delle corse su strada

Ai numerosi podisti che frequentano le gare domenicali di corsa su strada non capita spesso di pensare ai record mondiali delle gare a cui partecipano, un po’ perché certi tempi sono molto lontani dalla loro portata e un po’ perché sanno che tutti i record, a maggior ragione quelli mondiali, devono essere omologati, o dalle federazioni nazionali (la FIDAL, per l’Italia) o dalla federazione internazionale (la IAAF). Inoltre, credono che i record ufficialmente riconosciuti sono esclusivamente quelli conseguiti su pista, ad esclusione della maratona che è una gara riconosciuta dal CIO (Comitato Internazionale Olimpico).

In realtà, fino al 1° gennaio 2004, per la maratona e per la mezza maratona si parlava di miglior tempo mondiale e non di record; e questo può aver ingenerato la disinformazione generale, indotta anche come si diceva dall’irraggiungibilità da parte dei più di conseguire certi clamorosi risultati cronometrici che comporta inevitabilmente una sorta di disinteresse sull’argomento. Quindi, i record delle corse su strada esistono e hanno anche i loro baldi rappresentanti, maschili e femminili, ovviamente. Ma prima di passare in rapida rassegna questi fantastici nomi e tempi, è bene chiarire che la difficoltà riscontrata nel passato di stabilire dei criteri validi per il riconoscimento dei record su strada era rappresentata dall’incertezza dell’omologazione della gara stessa, cioè dalla certificazione che la gara in questione rispecchiasse per interno alcune regole concordate dagli organismi ufficiali.

Le regole che a suo tempo furono stabilite erano abbastanza semplici e furono emanate, perché in moltissime manifestazioni il numero dei partecipanti era così elevato da oscurare quelle che si svolgevano su pista (cosa che accade ancora oggi…) ed anche per stimolare la promozione sportiva, corredandola di un apparato che non si limitasse all’avvenimento singolo. Queste regole, da quel che ci risulta, sono valide ancora oggi. In primo luogo, il tracciato di gara dev’essere misurato da un misuratore ufficiale IAAF /AIMS di livello “A” (può andar bene anche quello “B”), a patto che segua un determinato protocollo. Per quanto riguarda la partenza e l’arrivo, i due punti non devono distare in linea d’aria più del 50% della misura del percorso (nel caso di una maratona, del 30%). Poi, il dislivello tra partenza e arrivo non deve superare il metro per chilometro. Infine, l’atleta vincitore deve sottoporsi al controllo antidoping entro un’ora dal termine della gara.

C’è da precisare, con una punta di malizia, che certe maratone… “famose perché ricche e ricche perché famose”… non si attengono scrupolosamente a queste norme, né la IAFF si mostra rigida nei loro confronti, a causa dell’elevatissimo badget economico che stanno alla base di queste manifestazioni; non è affatto pensabile, e forse neanche auspicabile, che certi tracciati che si possono senz’altro definire “storici” debbano modificarsi per essere adeguati a norme che sono lontane dalle loro natura e ragion d’essere.

Ma veniamo ai nostri campioni. Abbiamo preso in esame, per quanto riguarda quindi le corse su strada, la 10 km, la mezza maratona, la maratona e la 100 km. Esistono anche altre distanze, ma ci siamo limitati a quelle che quasi esclusivamente frequentano i podisti abituali.

10 km M., Leonard Patrick KOMON (Kenya), 26 settembre 2005 (Utrecht): 26’ 44”.

Mezza Maratona M., Zersenay TADESE (Eritreia), 21 marzo 2010 (Lisbona): 58’ 23”

Maratona M., Dennis Kipruto Kimetto (Kenya), 29 settembre 2014 (Berlino): 2h 02’ 57”.

100 Km M., Takahiro SUNADA (Giappone), 21 giugno 1998 (Giappone): 6h 13’ 33”.

10 km F., Paula RADCLIFFE (Regno Unito), 23 febbraio 2003 (Porto Rico)): 30’ 21”.

Mezza Maratona F., Florence KIPLAGAT (Kenya), 15 febbraio 2015 (Barcellona): 1h 05’ 09”.

Maratona F., Paula RADCLIFFE (Regno Unito), 13 aprile 2003 (Lonfra): 2h 15’ 25”.

100 Km F., Tomoe ABE (Giappone), 25 giugno 2000, Yubetsu (Giappone): 6h 33’ 11”.

Crediamo e speriamo di aver reso un piccolo e gradito servizio a tutti i podisti “stradaioli”. E’ così?

  • (Dati tratti da Wikipedia, aggiornati all’8 maggio 2016)

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