Giovanni Rocco: la mela… “marcia” del podismo campano

Voi certamente non lo sapete, voi, podisti campani, frequentatori assidui delle gare regionali. Ma in mezzo a voi, sempre col berrettino a proteggermi il capo calvo, corro io che podista, tutto sommato, non sono. Mi chiamo Giovanni Rocco, da Portici. Sono nell’Atletica da una trentina d’anni. Sono nato nel 1965 e quindi adesso sono nella categoria M50, o forse nella categoria M55…, stà cazz’ ‘e matematica! Però, non sono un vero podista. Voi mi vedete che corro, anche con uno stile corretto, esemplare, ma… provengo dalla marcia, disciplina nella quale sono arrivato, più volte, ad essere perfino campione italiano! E quindi, di me, posso ben dire che sono… la mela “marcia” del podismo campano!

Cominciai a marciare nel 1980, nel bosco di Portici, grazie a Enzo Fiorillo. Lo vedevo, come dicevo io, “sculettare” e ne ridevo. Ma lui mi spiegò che il termine corretto era in realtà “basculare”. E fu così che cominciai a marciare, soprattutto per la cortesia di Enzo, che invece di arrabbiarsi, di mandarmi a quel paese o, al limite, di ignorare la mia stupidità, mi fece capire che i gesti dello sport non sono mai banali e hanno tutti una loro dignità. Allora, come tutti i ragazzini, correvo. Nel ’79, infatti, arrivai 2° ai campionati regionali settore propaganda nei 300 m. Ma ormai la marcia mi aveva “catturato”: ero stimolato a mettere in pratica una disciplina molto tecnica e molto dura, una disciplina che richiedeva al praticante una notevole dose di sofferenza, ma che dava alla fine dell’allenamento una bella dose di soddisfazione e una incredibile percezione di essere stato con sé stesso, con le proprie paure e con i propri orgogli.

A proposito dei miei inizi, sono in grado di rivelare una chicca. Nel 1981 arrivai 6° al campionato interregionale di marcia, a Lanuvio, con il tempo di 52’ e 40” (cat. Cadetti). Quella gara la vinse Mario Scarola, nome molto nome nel panorama del podismo campano, atleta in grado di correre tutte le distanze a velocità astronomiche. Ebbene, lui primeggiò in quel campionato di marcia, tra l’altro, con un tempo nettamente inferiore ai 50’. Poi, da quello che io ricordo, passò alle Fiamme Gialle.

Comunque, i miei migliori risultati nella marcia sono senz’altro da annoverare nella categoria master. Provo a tracciarne uno schema riassuntivo:

Salerno       2001    km 10    55’ 28”      (M35) Campione Italiano

Ponticelli    2001    km 3                         (M35) Campione Italiano

Ponticelli    2002    km 3                         (M35) Campione Italiano

Molfetta     2005   Km 30  3h 15’          (M40)

Maranello  2006    km 30  2h 51’          (M40) Campione Italiano

Molfetta    2006    km 20   1h 54’          (M40)

Molfetta    2007    km 20   1h 50’          (M40)

Ora vi starete chiedendo se marcio ancora. No. La marcia è una cosa seria e richiede tempo e dedizione. Inoltre, se il podista è un atleta quasi solitario, il marciatore lo è in assoluto. Mi diverto a correre con i miei amici dell’Erco-Sport, o con quelli che incontro di tanto in tanto per le strade che si incrociano fra Ercolano e Portici. Però, ricordatevi, se io sono la mela “marcia” del podismo campano, a Napoli si dice che… “ ’e vota ‘na mela frascica acconcia ‘a vocca! ”

 

 

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