Quasi tutti i podisti sono un po’ bugiardi

A degli amici podisti che mi hanno superato stamattina, e che mi hanno simpaticamente chiesto cosa stessi facendo, ho risposto in modo parimenti amichevole che stavo facendo un “defaticamento lungo”… Gli amici hanno proseguito, sorridendo di gusto, ben sapendo che un allenamento simile non esiste. L’episodio, chissà perché, mi ha indotto a pensare a quanto, in realtà, quasi tutti i podisti siano un po’ bugiardi. Ho pensato al classico caso di 38’ e 59” in una 10 km… Oppure al tempo finale di una maratona, allorché sul cronometro si legge, ad esempio, 2h 59’ e 55”… Si potrebbero fare molti altri di esempi, ma il concetto è quello: per i podisti esistono barriere che si superano soltanto badando alle cifre dei minuti e non tanto a quelle dei secondi, le quali spesso, sono molto “significative”…

I podisti sono inclini ad essere un po’ bugiardi con se stessi, almeno quelli che seguono le tabelle di allenamento, perché hanno impresso nella mente il numero che si riferisce ai minuti, non a quello dei secondi che, almeno secondo loro, non fa’ testo. Non è come ad esempio nel caso dei podisti che praticano la velocità. Qui si tratta, essenzialmente, di stradaioli, di quel genere di podisti che affollano domenicalmente tutte le strade su cui si corre una 10 km, una 21 km o una 42 km. Costoro hanno così bene impressa nella mente la loro “cifra”, quella che appare sul display a sinistra, che trascurano, o vogliono trascurare, quella a destra. Anche se a volte, bisogna dirlo, la cifra di destra è abbastanza confortevole. Anzi, raramente ma avviene, è così “esigua” che a leggerla viene il rammarico di non aver capito che era il caso di insistere, per abbattere ulteriormente la “barriera” che si era programmato di superare. Quasi quasi vien da pensare che i “secondi” sono più importanti dei “minuti”… Rivolgiamoci una domanda: quanti devono essere i secondi, per considerarli pochi o troppi, ai fini di una valutazione complessiva della nostra prestazione? I latini dicevano che la virtù sta nel mezzo. Quindi, dovremmo dire che i secondi sotto i 30 sono da considerare “pochi”, cioè non in grado di incidere negativamente sulla prestazione; mentre, al contrario, quelli sopra i 30 vanno etichettati come “molti”, quindi sono quelli che fanno valutare il riscontro cronometrico, diciamo così, con maggiore cautela…

Bisogna bacchettare i podisti per questa loro particolare tendenza? Ma no, essa è solamente la prova che s’impegnano negli allenamenti, e nelle gare, per dare conforto e soddisfazione agli obiettivi che si sono tenacemente perseguiti.

Ma esistono podisti che invece guardano con attenzione ai secondi? Riformuliamo la domanda: ci sono podisti che si soffermano esclusivamente sui minuti? Sì, sono i podisti forti. Questi, possiamo dire, sono i podisti sinceri… Per questi, possiamo dire, i secondi sono più importanti dei minuti!  

 

 

 

 

 

 

 

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