D’accordo solo sugli ultimi 195 metri

Un meraviglioso meme (si scrive così?) raccolto l’altro giorno sul web recita (a proposito di una maratona): “Sono 30 km con le gambe, 10 km con la testa, 2 km con il cuore e 195 m. con le lacrime agli occhi!”. Non sono del tutto d’accordo, a parte i 195 metri…, e adesso cerco di spiegarmi; molto sinteticamente, perché il “mondo maratona” è talmente profondo e complesso per l’animo umano che per certi aspetti è insondabile, per cui sfugge a qualsiasi generalizzazione.

Indubbiamente, “quel giorno” la sequenza numerica corrisponde a verità. Però, per dirla tutta, la maratona non si risolve soltanto quel giorno, anzi. La maratona non comincia al 1° km, bensì quando si accende quella luce interna, quella molla, chianiamola come vogliamo, che ci fa’ incendiare il pensiero al solo decidere di partecipare alla maratona. Immaginiamoci poi alla tempesta emotiva che scatta nel podista nel pensare di partecipare alla sua prima maratona…!

A partire dalla prima settimana della preparazione alla maratona, gambe, testa e cuore… corrono insieme…, soprattutto nelle occasioni dei “lavori specifici” e dei cosiddetti “lunghi”. Vuoi mettere?, correre un 15-16 km (dopo qualcuno di riscaldamento) al ritmo di corsa media, quello che si terrà in maratona, col pensiero perennemente rivolto alle sensazioni che si provano, se di stanchezza, o di entusiasmo, oppure di testarda applicazione, km in cui gambe testa e cuore formano un crogiuolo…

E vogliamo spendere due parole sui “lunghi”?, su quanto debbano essere “lunghi”, su come si stanno affrontando nel mentre si eseguono, gli affanni, le riprese, la volontà di pensare ad altro ma non alla stanchezza… Momenti interminabili, proprio perché “lunghi”, durante i quali tutta la tua vita pregressa e presente si appalesa lì davanti, di fronte all’orizzonte di quegli ennesimi km che sembrano sfidarti… Se non hai dentro di te un concerto di gambe testa e cuore che suona all’unisono, vuol dire che non stai correndo veramente.

Per non parlare di tutto i resto: l’alimentazione, le scarpette, i calzini, le notti più o meno insonni…

Poi sì, viene il giorno della maratona. E tu utilizzi i km segnati con il supporto del tuo organismo, deputato e allenato a svolgere quel compito. Ma quelle lacrime no, non te le aspettavi….

Quelle lacrime no, non te le aspettavi; vengono fuori da sole, chissà da dove, all’improvviso!                                                                                                                                                                             

 

 

 

 

 

 

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