Avampiede infiammato? Potrebbe trattarsi di Morton

A furia di predicare nella corsa, l’appoggio del piede sull’avampiede, affinché risulti più fluida ed efficace, ci si può imbattere in qualche amico podista che lamenti proprio in questa zona un notevole fastidio, anzi, un vivo dolore, caratterizzato da un vero impedimento del gesto, perfino di quello del camminare, al punto da determinare la necessità della fermata, qualsiasi cosa si stia facendo. Avampiede infiammato, dunque? Potrebbe trattarsi di neuroma di Morton.

Innazitutto, non bisogna spaventarsi alla parola “neuroma”… Uno subito è portato a pensare a un qualcosa di grave, perché le parole che finiscono in “oma” fanno paura: carcinoma, sarcoma melanoma, eccetera. Il neuroma è sì un tumore, ma è una forma benigna. In realtà, non è altro che una fibrosi, un ispessimento di un nervo, un tendine, uno di quei “fili” che collegano tutte le diverse parti del corpo. Sicuramente, fra le cause che lo hanno prodotto, ci sono gli innumerevoli traumi che la corsa comporta; ma anche una postura sbagliata, calzature inadeguate (magari troppo strette) e un’età diciamo così non più giovanissima. Sta di fatto che il podista interessato avverte un dolore molto consistente e, nei casi meno fastidiosi, formicolii e sensazioni di… avere un corpo estraneo nella scarpa. La fibrosi è causata dal cosiddetto nervo interdigitale nel 3° oppure nel 4° spazio fra i metatarsi che costringono il nervo contro il legamento intermetatarsale, determinando il suo ingrossamento. Può essere interessata anche la seconda articolazione metatarso-falangea, causata dalla compressione del nervo per la distensione della capsula articolare che finisce per occupare più spazio in modo anomalo. Analogamente, può essere interessata anche la parte del dorso del piede, perché il dolore si irradia in modo abbastanza naturale.

Cosa si può fare? Da notare che l’infiammazione a volte scompare, magari dopo la corsa, altre volte riappare, anche stando a riposo. Per prima cosa, è ovvio, il riposo, per un due o tre giorni. Poi, se alla ripresa ricompare, applicare sulla parte dolente, sempre per due o tre giorni, del ghiaccio. Se dopo una settimana circa persiste la sofferenza, allora si deve procedere con qualche medicinale antininfiammatorio. Naturalmente, a questo punto, si consulterà il medico di fiducia, perché… le esigenze mediche potrebbero oltrepassare le nostre competenze… Se nemmeno questa “procedura” dovesse sortire effetti risolutivi (l’antinfiammatorio lenisce ma non risolve il dolore), allora si deve passare dal medico di fiducia allo specialista, il quale proporrà un esame strumentale (facilmente di tipo ecografico), al fine di appurare l’evidenza e lo stato effettivo dell’ingrossamento del nervo. Solo raramente, rassicuriamo l’amico podista, è necessario l’intervento risolutivo di tipo chirurgico, che per completezza di analisi dobbiamo ventilare.

Infine, una curiosità: ma chi era questo Morton? Com’è ovvio in questi casi, era un medico statunitense, tale Thomas Morton, al quale pare si debba la prima descrizione della patologia.

 

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