Storia della medicina…, podisticamente (6^ parte)

Dagli scopritori ai ricercatori

Ormai il mondo medico l’ha capito: si deve finanziare la ricerca. O meglio, tutti gli stati moderni lo hanno capito: devono finanziare la ricerca, in tutti i campi, quindi anche in quello medico. Lo dice la storia dell’uomo, la sua esperienza di sofferenza e la sua continua “ricerca” di rendere la vita più sopportabile. Infatti, tutti gli stati moderni dedicano una parte del bilancio alla ricerca. Dite che l’Italia è all’ultimo posto in Europa come fondi destinati alla ricerca? E’ vero, ma forse qualcosa sta cambiando, come i due casi che andremo ad esaminare potrebbero dimostrare.

Rita Levi Montalcini (1909-2012): chi non la conosce? Le sue “ricerche” la portarono alla scoperta e all’identificazione del “fattore di accrescimento” della fibra nervosa, conosciuta come NGF. Per questo contributo alla scienza medica, conseguì il premio Nobel nel 1986.

Tra le altre cose, continuò le sue ricerche, sul terreno della sperimentazione, delle relazioni tra neuro sviluppo e periferia organica. Fu così che la Montalcini concepì l’idea di un agente promotore della crescita nervosa. Il cosiddetto “fattore di crescita” altri non è che una proteina la quale gioca un ruolo essenziale nella crescita e nella differenziazione delle cellule nervose sensoriali simpatiche. Questa notevole scoperta andava contro l’ipotesi dominante del mondo scientifico, cioè che il sistema nervoso fosse per così dire “statico” e quindi rigidamente programmato dai geni.

Tutto questo, però, avvenne negli Stati Uniti…, non in Italia.

Andrea Ballabio (Napoli, 27-1-1957), invece, dirige dal 1994, per mandato della Fondazione Telethon, il TIGEM (Istituto Telethon di Genetica e Medicina), che ha sede a Pozzuoli…, in Italia.

Vien quasi voglia di dire: “Finalmente!” E pensare che Ballabio ha fatto il percorso “inverso” della Montalcini: dagli Stati Uniti (dove lavorava) all’Italia (dove lavora). Che sia la dimostrazione di una inversione di tendenza? Ce lo auguriamo fortemente.

I principali interessi di ricerca del prof. Ballabio sono lo studio, la prevenzione e la cura delle malattie genetiche, nonché lo studio dei geni e dei genomi. Tra i risultati più importanti si possono già ricordare l’identificazione dei geni responsabili di malattie genetiche rapportabili a malattie oculari, neurologiche e a malformazioni congenite. Le scoperte più recenti riguardano il cosiddetto “cromosoma 21”, la sindrome di Down e l’identificazione di un gene indispensabile per il funzionamento degli enzimi chiamato “solfatasi”.

L’attività del TIGEM procede con successo tuttora e si basa comunque su elargizioni volontarie e su fondi derivanti in materia di ricerca dalla comunità europea.

Ecco, sarebbe il caso che lo stato italiano si sostituisse quasi totalmente alla meritevole Fondazione Telethon, contribuendo con una voce consistente della sua legge finanziaria, stabilendo il principio (vigente in tutti i paesi civili) che il cardine del nostro futuro è rappresentato dalla Ricerca. Abbiamo scritto bene…, quella con la “R” maiuscola.

Fine

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