Domande all’ortopedico: la fascite plantare

Questa volta l’ortopedico è entrato nel “Bar del Podismo” con un’insolita fretta: non ha guardato neanche per un istante se ci fosse un tavolino libero, ha detto in modo impersonale un “buongiorno” evidentemente rivolto a tutti i presenti ed è andato al bancone a chiedere un caffè. “Espresso”, naturalmente…

Lo hanno notato tutti, perché il dottore non viene di rado al bar; sempre impegnato, sempre al lavoro…, e poi la famiglia…, le seccature, le incombenze… Però, quella faccia tosta di Sempronio, sempre lui, con la scusa di andare a prendere un’altra bustina di zucchero, si avvicina al bancone…, trascinandosi stancamente un piede. Che lestofante! Spera che, a vederlo così, il dottore gli chieda il motivo della sua sofferta deambulazione. Ma il dottore non l’ha notato, perché è impegnato nella medesima attività: la bustina di zucchero. Ne ha scelto una fra le tante e se la sta strofinando fra le dita, in attesa del caffè.

SEMPRONIO – Anche voi lo zucchero, eh dottore? Mica fa’ male come si sente in giro…

ORTOPEDICO – L’importante, come in tutte le cose, è non abbondare…

SEMPRONIO – Quanto è vero quello che dite! Io, ad esempio, per “abbondare” negli allenamenti ho una fastidiosa fascite plantare che non mi da’ pace da alcuni mesi e che mi fa’ perfino zoppicare. Ma quanto tempo dovrò aspettare ancora prima che possa riprendere a correre? Non ce la faccio proprio a… stare fermo!

ORTOPEDICO – Capisco…, capisco…, la fascite plantare è un problema purtroppo frequente in noi podisti. Talmente frequente che è difficile trovarne la vera causa. A parte il fatto che dovrebbe chiamarsi “fasciosi”, essa ha a che fare sicuramente con la periostite del calcagno, cioè  da quel fascio di tendini che collega il piede alla zona interna del calcagno attraverso il cosiddetto “legamento arcuato” fino ad arrivare con la base delle dita. D’altra parte il legamento arcuato è molto importante, perché è decisivo nella trasmissione del peso corporeo al piede durante la corsa. Se è per questo, anche durante la semplice camminata, ma nella corsa il gesto si enfatizza. Comunque,  da questo groviglio di parti e di situazioni è spesso difficile individuare la causa specifica e la zona interessata. Intanto, come pensi di aver contratto questa patologia? Conoscerne il motivo, significa aver imparato ad evitarla per il futuro.

SEMPRONIO – Non l’ho capito. Però, tempo fa, notavo che al mattino appena sveglio, non potevo poggiare i piedi a terra. Pensavo: “Ma come, ho dormito, ho riposato, non posso dire che sono stanco e ho questo dolore? Ma come è possibile?!”

ORTOPEDICO – Capita quasi sempre così. Però, le cause possono essere diverse: scarpe inadeguate, postura scorretta, aumento spropositato dei chilometri in allenamento, terreni troppo duri. Bisognerebbe fare una radiografia o una TAC per vedere  e capirci meglio. A volte, la patologia si confonde con la borsite calcaneare, con la sindrome del tunnel torsale e perfino con la… di Baxter.

SEMPRONIO – Dottò…, dottò…, che vi devo dire? La prima cosa che ho fatto è stato il riposo. Poi, ho preso degli antinfiammatori. All’inizio credevo di aver risolto, ma non era così. Certo, con il riscaldamento, il dolore passava e correvo abbastanza tranquillamente. Ma in effetti il fastidio si ripresentava, anche a distanza di qualche giorno.

ORTOPEDICO – Evidentemente, non è stata messa in atto la terapia giusta. Bisognava prima indagare le cause con la strumentazione adeguata e poi procedere con una terapia che tenesse in conto i risultati diagnostici emersi, con un’azione terapica che tenesse in conto prima la fase acuta e successivamente quella meccanica. Cioè, prima antinfiammatori, stretching, bottiglietta ghiacciata sotto al piede fatta rotolare più volte, o in sostituzione una pallina da tennis; poi plantari e nel caso maggiormente ostinato onde d’urto. Ci sarebbe perfino una terza fase, quella chirurgica, vale a dire la rimozione di eventuali spine, ma lasciamo perdere…

SEMPRONIO – Uhà, dottò, sto inguaiato…

ORTOPEDICO – No, secondo me sei solo trascurato. Diciamo che ti sei fidato troppo della tua esperienza o di quella dei nostri amici podisti. Purtroppo però, se il problema persiste, così come mi dici, il rivolgersi ad uno specialista e alla prassi da questi consigliata è l’unica soluzione possibile ai fini della risoluzione del problema. Ed avere la saggezza, quando si riprende a correre, di ricordarsi che la ripresa deve essere graduale.

SEMPRONIO – Uha, dottò, parlando con voi mi sembra di sentirmi già meglio.

ORTOPEDICO – Lo vedi? Quando si affrontano i problemi con sincerità, si risolvono meglio. La prima cosa da fare per sconfiggere il nemico, è conoscerlo.

 

 

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