Correre sul dolore: il consiglio di Enzo Russo

Una delle persone più amabili e dolci, nonché uno dei campioni più forti che ho avuto il privilegio di frequentare, è stato Enzo Russo. Nel bosco di Portici, ove ebbi la fortuna d’incontrarlo, mi piacque subito quel suo non arrabbiarsi mai, quel suo lieve sorriso appena accennato che incoraggiava a chiedergli consigli o pareri, quel suo modo di correre leggermente ondulato ma oltremodo elegante. D’altronde, avevo di lui già una certa “conoscenza”, avendolo “scorto” in classifiche di una famosa rivista di podismo. Aveva tempi di riguardo, intorno ai 33’ nella 10 km, 2h e 40’ in maratona, ad esempio, il che, per uno come me che si accostava al mondo del podismo e quindi alla frequentazione assidua delle gare domenicali, significava essere al cospetto di un modello da seguire.

Così qualche volta, nei circuiti segnati del bosco di Portici, corsi con lui (quando non doveva fare un allenamento specifico…), imparando sempre qualcosa. Ricordo in particolare quell’allenamento di corsa media che mi accinsi ad incominciare…, mettendomi sulla sua scia nel giro dei 1.000 metri (in realtà, 1.070 metri), che era il tracciato più pianeggiante e quindi migliore per quel tipo di corsa. Feci subito un po’ di fatica, tanto che Enzo se ne avvide e mi disse che stava girando a 3’ e 50”. Mi disse anche che a suo parere io potevo correre a quel ritmo di corsa media, ma che dovevo fare attenzione alla fatica o al dolore che avessi sentito. La fatica, mi spiegò, è la sofferenza che si  in grado di sopportare, e che si deve sopportare, in un allenamento impegnativo; il dolore invece è un vero e proprio impedimento nell’effettuazione di una corsa con stile corretto. Su quest’ultimo dato fu categorico: lo stile di corsa. Deve essere, per il podista, un elemento prioritario. Se nella fatica lo si mantiene, è l’ideale; ma se subentra il dolore, ad inficiarlo, e allora è meglio smettere, altrimenti si rischia perfino di pregiudicare, almeno per qualche settimana, il prosieguo dell’attività.

In effetti, io stavo correndo con un piccolo problema all’inguine dx… Glielo confidai. Sorrise. Così, pensai di rallentare e di posticipare l’allenamento di corsa media di qualche giorno. In fondo, una buona mezzoretta con il mio amico campione Enzo Russo l’avevo fatta….

 

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