La pastiera per i napoletani

Penserete che l’argomento “pastiera” sia pretestuoso per i podisti napoletani, che sia un neanche troppo furbo accorgimento per catturare l’attenzione nel periodo pasquale. Invece no. La pastiera rientra a pieno titolo nell’immaginario podistico, perché riguarda l’alimentazione, mai… messa così a dura prova durante questi giorni, dato l’elevato apporto calorico del tipico prodotto della tradizione napoletana.

E a proposito di tradizione, vogliamo subito brevemente raccontare la leggenda che circonda la pastiera. Si narra che la sirena Partenope abbia trovato riposo alle sue pene d’amore adagiandosi nel golfo di Napoli, allietando la vita degli abitanti del luogo tramite il suo canto dolcissimo. Appunto…, “dolcissimo”… Sembrava fosse un canto di gioia, di vita e di amore, come quando la natura si risveglia in primavera. Così, gli abitanti portarono alla spiaggia i prodotti del loro lavoro, che davano un senso alle loro esistenze. Essi portarono:

la farina, simbolo della ricchezza della campagna;

la ricotta, prodotto dei pastori, allo stesso tempo semplice e genuino;

le uova, simbolo del rinnovo della vita e della procreazione;

il grano cotto nel latte, mirabile sintesi del mondo animale e vegetale;

i fiori di arancio, tipico profumo del territorio napoletano;

le spezie, provenienti dai tutti i popoli del mondo, in senso di fratellanza;

lo zucchero, per essere al pari della dolcezza del canto di Partenope.

La sirena gradì i doni e, complice un vortice di brezza marina, avvolse e mescolò gli ingredienti, ottenendone la pastiera. Da allora, la pastiera, è simbolo di pace e di dolcezza.

Avete notato la “bomba” calorica della pastiera? I carboidrati la fanno da padrone, contro le proteine rappresentate dalle uova e dal latte e in una qualche  misura dalla ricotta. Anche le fibre cercano di farsi notare, con le spezie e i fiori d’arancio. Ma in definitiva la pastiera, con tutto quello zucchero sparso nella e sulla pietanza, azzera ogni speranza di mantenere una certa linea.

E quindi, cosa dovrebbero fare i podisti napoletani? Rinunciare alla tradizione? Lasciar perdere quella bella sensazione di assaporare il gusto della natura, della gioia di vivere e di stare in allegria con gli altri? Ecco che subentra allora la… sapienza podistica! Qualche fetta, anche abbandonate, nei giorni pasquali, non costituiranno una minaccia alla linea se si correranno alcuni chilometri in più di corsa lenta che, notoriamente, fa’ bruciare i grassi.

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